Sommario
Condividi questo articolo
Nel periodo compreso tra la Settimana del Clima 2021 e l’inizio della COP26, si è registrato un aumento esponenziale del livello di consapevolezza, degli impegni aziendali e nazionali volti a una profonda riduzione delle emissioni di gas serra, nonché del proliferare di soluzioni tecnologiche e basate sulla natura per minimizzare l’impatto del cambiamento climatico. Ciò che un tempo era un tema di nicchia, riservato a poche élite scientifiche, ha raggiunto oggi una comprensione più sofisticata da parte del grande pubblico, diventando accessibile anche a livello domestico e affermandosi come una questione politica centrale a livello globale.
L’Intergovernmental Panel on Climate Change’s (IPCC) Sixth Assessment Report ha lanciato un forte allarme, parlando di un vero e proprio “codice rosso per l’umanità”. Questo richiamo sottolinea con forza l’urgenza di una rapida transizione verso un’economia a zero emissioni di carbonio. Il riscaldamento globale ha già provocato cambiamenti irreversibili nei sistemi terrestri e, se non si riuscirà a limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, il nostro pianeta rischia una catastrofe imminente.
Eventi estremi come incendi boschivi, siccità, tornado, uragani, inondazioni e ondate di calore, ormai fin troppo familiari, sono destinati a intensificarsi notevolmente. L’aumento delle temperature globali aggraverà gli impatti ecologici ed economici già in atto: dalla distruzione dei mezzi di sussistenza ai danni a infrastrutture e beni materiali, dall’interruzione delle catene di approvvigionamento alla devastazione degli ecosistemi, con perdita di biodiversità e compromissione dei sistemi alimentari.
L’urgenza è amplificata dal fatto che siamo già prossimi alla soglia critica di 1,5°C, e potremmo superarla nel breve termine. Non possiamo più permetterci il lusso di tergiversare, fare pressioni isolate, inseguire interessi economici o agire in modo scoordinato: siamo chiamati ora a un’azione decisa e collettiva.
Un modello attuale della National Academy of Sciences indica che, oltre alle attività di abbattimento, per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sarà necessario eliminare ogni anno 10 gigatonnellate (cioè 10 miliardi di tonnellate metriche) di anidride carbonica a livello globale fino al 2050 e altre 20 gigatonnellate annue dal 2050 al 2100.
Grandi numeri e certamente grandi conseguenze, ma come possiamo affrontare concretamente questo problema?
La nuova guida
Negli ultimi sei anni, la Science Based Targets initiative (SBTi) si è affermata come l’organizzazione di riferimento per guidare un’azione climatica decisiva, fornendo indicazioni chiare alle aziende per fissare obiettivi ambiziosi di riduzione delle emissioni di gas serra, in linea con le più recenti evidenze scientifiche. In questo periodo, quasi 2.000 organizzazioni si sono impegnate a definire obiettivi basati sulla scienza (Science-Based Targets, SBT), e circa la metà ha già obiettivi formalmente attivi. Con l’evolversi costante della scienza del clima, l’SBTi aggiorna annualmente le sue linee guida principali e amplia regolarmente la propria offerta con indicazioni specifiche per settore. Seguendo l’approccio dell’IPCC, l’SBTi propone ora una guida aggiornata, che consente alle organizzazioni di definire obiettivi a più lungo termine finalizzati al raggiungimento di emissioni nette pari a zero entro il 2050, o anche prima.
La SBTi ha ufficialmente lanciato quattro documenti e uno strumento che offrono un approccio credibile, armonizzato e ambizioso alla definizione di obiettivi scientifici (SBT) a lungo termine, stabilendo regole comuni su cosa significhi per un’organizzazione raggiungere le emissioni “net zero” e fornendo una guida pratica alla definizione degli obiettivi:
- Standard aziendale SBTi Net-Zero: fornisce linee guida, criteri e raccomandazioni per supportare le aziende nella definizione di obiettivi di neutralità climatica in linea con l’approccio SBTi.
- Criteri dello Standard Net-Zero: definisce i requisiti che gli obiettivi di neutralità climatica delle aziende devono soddisfare per poter essere approvati dalla SBTi come scientificamente fondati.
- Guida introduttiva allo Standard Net-Zero: un diagramma di flusso semplice e intuitivo, che accompagna le aziende passo dopo passo nella definizione di obiettivi net zero in base alla propria situazione.
- FAQ sulla mitigazione oltre la catena del valore: la SBTi prosegue il lavoro sul proprio ruolo nell’incentivare la mitigazione al di là della catena del valore, successivamente al lancio della versione 1 dello Standard. Questa sezione di domande frequenti fornirà aggiornamenti e chiarimenti durante l’evoluzione del processo.
- Strumento Net-Zero: uno strumento di calcolo per la definizione degli SBT a lungo termine in linea con lo Standard Net-Zero. In un aggiornamento futuro, verrà integrato con l’attuale strumento SBTi per la definizione degli obiettivi a breve termine.
Secondo la SBTi, si tratta del “primo quadro di riferimento al mondo per la definizione di obiettivi aziendali net-zero basati sulla scienza del clima.”
Gli aggiornamenti principali
Leggendo questa nuova guida, emerge un cambiamento terminologico importante: quelli che SBTi ha tradizionalmente definito “SBT” sono ora indicati come “obiettivi a breve termine” (short-term SBT), per distinguerli dagli “obiettivi a lungo termine” (long-term SBT).
Un altro elemento cruciale è che questo standard per il net zero si articola in quattro componenti principali:
- Obiettivi a breve termine (short-term SBT)
- Obiettivi a lungo termine (long-term SBT)
- Neutralizzazione delle emissioni residue attraverso compensazioni delle emissioni di carbonio
- Compensazione delle emissioni al di fuori della catena del valore aziendale
COSA | PERCHÉ | |
Obiettivi a breve termine | Precedentemente noti come “obiettivi basati sulla scienza” o “obiettivi intermedi basati sulla scienza”. Rappresentano obiettivi di riduzione delle emissioni a 5-10 anni, in linea con il percorso per limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C. | Stimolano l’azione necessaria per ottenere una significativa riduzione delle emissioni entro il 2030. Le riduzioni a breve termine sono fondamentali per non superare il budget globale di carbonio. Non sono sostituibili con gli obiettivi a lungo termine. |
Obiettivi a lungo termine | Indicano alle aziende quanto devono ridurre le emissioni lungo l’intera catena del valore per contribuire al raggiungimento delle emissioni “net zero”, su scala globale o settoriale, nel contesto di un percorso di limitazione del riscaldamento globale 1,5 °C. Non è possibile dichiararsi net zero finché non si raggiunge l’obiettivo a lungo termine. | Guidano l’allineamento economico e la pianificazione strategica aziendale di lungo periodo, al fine di raggiungere il livello di riduzione delle emissioni globali necessario per rispettare gli obiettivi climatici basati sulla scienza. |
Neutralizzazione | Si intende il raggiungimento di una scala di riduzione delle emissioni lungo l’intera catena del valore, in linea con l’entità dell’abbattimento necessario per conseguire l’azzeramento delle emissioni a livello globale, nel rispetto dell’obiettivo di contenere il riscaldamento globale a 1,5°C (ovvero, allineandosi agli SBT a lungo termine). Inoltre, si prevede la neutralizzazione dell’impatto delle emissioni residue mediante l’eliminazione permanente di un volume equivalente di CO₂. | La maggior parte delle aziende ridurrà le proprie emissioni di almeno il 90% attraverso gli obiettivi a lungo termine, ma potrebbero persistere alcune emissioni residue. Queste emissioni residue devono essere neutralizzate per conseguire il “net zero” e uno stato di impatto climatico nullo da parte dei gas serra residui. |
Sia gli SBT a breve termine che quelli a lungo termine si basano in larga misura sulla riduzione delle emissioni di gas serra, in linea con i percorsi compatibili con un aumento massimo della temperatura globale di 1,5 °C. La maggior parte delle aziende che desiderano ottenere la convalida dell’SBTi per i propri obiettivi netti (o a lungo termine) dovrà ridurre almeno del 90% le proprie emissioni di gas serra prima di poter ricorrere alla neutralizzazione, ossia all’impiego di rimozioni di carbonio basate sulla natura o su tecnologie, per compensare il restante 10%. Inoltre, l’SBTi ha ulteriormente ridotto l’orizzonte temporale per gli obiettivi a breve termine, portandolo a 5-10 anni (di fatto eliminando i 5 anni aggiuntivi precedentemente consentiti). Questa modifica riguarda tre delle quattro principali attività necessarie per affrontare le operazioni di un’organizzazione e le emissioni di gas serra lungo la sua catena del valore.
Riconoscendo la necessità di agire per sostenere la crescita e la diffusione sul mercato delle nascenti tecnologie di rimozione del carbonio, nonché per affrontare le emissioni storiche o antecedenti alla baseline, l’SBTi incoraggia fortemente le organizzazioni ad acquistare compensazioni di carbonio di alta qualità, come i crediti REDD+ giurisdizionali o la cattura diretta dell’aria con stoccaggio geologico, come strumento di mitigazione oltre la catena del valore. Sebbene questa quarta componente di compensazione sia facoltativa, essa amplia la responsabilità aziendale (e morale), contribuendo alla corsa collettiva verso le emissioni “net zero” e facendo tutto il possibile per ridurre al minimo gli impatti più gravi del cambiamento climatico. Le attività di compensazione possono generare benefici globali significativi, ad esempio, promuovendo il passaggio a combustibili più puliti, migliorando l’efficienza energetica o accelerando lo sviluppo delle fonti rinnovabili, e, se allineate agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDGs), possono contribuire concretamente al bene comune. Inoltre, la proposta attribuisce una responsabilità aggiuntiva alle imprese, invitandole ad agire con consapevolezza ed equità, valutando anche l’impatto complessivo delle proprie azioni di sostenibilità sulle comunità locali, in un’ottica di giustizia climatica.
Ora che abbiamo analizzato questi cambiamenti, cosa significano per la tua azienda? Quali sono i prossimi passi da compiere? Come dovrebbe reagire la tua organizzazione?
5 messaggi chiave per le aziende
Non sentirsi a proprio agio
- Per essere del tutto sinceri, queste informazioni sono scomode. Le previsioni sul cambiamento climatico, se continuiamo lungo l’attuale traiettoria, sono allarmanti. I rischi climatici per le attività aziendali e le catene del valore stanno aumentando rapidamente. È il momento di affrontarli con decisione, e non sarà semplice. Gli obiettivi SBT (Science-Based Targets), sia a breve sia a lungo termine, rappresentano solo una parte della soluzione a un problema di scala planetaria, e il tempo non è dalla nostra parte. In linea con le più recenti evidenze scientifiche, lo Standard e i Criteri Net-Zero di SBTi sono ambiziosi per necessità, ma dovrebbero essere considerati come il requisito minimo per la tua azienda.
Non è troppo tardi… ma non aspettare
- La priorità assoluta è intervenire per ridurre, evitare e sostituire le principali fonti di emissioni di gas serra. L’SBTi richiede che la maggior parte delle aziende riduca le proprie emissioni del 90% prima di ricorrere a tecnologie di rimozione per gestire quelle residue. Nell’ambito delle strategie di riduzione, le aziende possono utilizzare i certificati di energia rinnovabile (REC) per affrontare le emissioni operative, ma altre misure potrebbero richiedere investimenti di capitale consistenti. La gestione delle emissioni lungo la catena del valore è ancora più impegnativa (ma non impossibile). Se da un lato la scala dell’intervento richiesto appare scoraggiante, dall’altro i costi futuri legati alla rimozione del carbonio potrebbero essere molto più elevati. Il rischio finanziario e reputazionale è rilevante: agisci ora!
- Nota importante: l’uso di compensazioni per la riduzione o l’evitamento delle emissioni al di fuori della tua catena del valore non è ammesso per il conseguimento degli obiettivi, né a breve né a lungo termine.
Impegnati fino in fondo
- Assumi gli impegni più ambiziosi che la tua azienda sia in grado di sostenere. Sfida gli stakeholder interni e la leadership ad andare oltre la propria zona di comfort, non solo assumendo obiettivi coraggiosi (ispirandosi alle aziende leader nella lotta al cambiamento climatico), ma anche perseguendo con determinazione i tagli più incisivi possibili alle emissioni operative e lungo l’intera catena del valore.
Agisci come cittadino responsabile del pianeta
- Sostieni lo sviluppo di soluzioni, tecnologie e modelli di business emergenti per l’eliminazione del carbonio, sia adiacenti che direttamente rilevanti per la tua attività, investendo in essi per contribuire alla decarbonizzazione più ampia, anche al di fuori della tua catena del valore. Ciò rappresenta un’enorme opportunità di innovazione e investimento.
- Gli effetti del cambiamento climatico sono distribuiti in modo diseguale, e ciò significa che alcuni soffriranno più di altri. Cerca di essere rigoroso nella ricerca e prudente negli investimenti, facendoti guidare da un principio di equità e giustizia.
- In parallelo all’impegno per il raggiungimento delle emissioni “net zero”, la tua azienda può ricorrere ad attività di compensazione, collegandole a un obiettivo di neutralità carbonica per affrontare le emissioni storiche o quelle non coperte dagli SBT a breve o lungo termine.
Rimani aggiornato in un contesto in continua evoluzione
- La scienza del clima e la nostra comprensione del fenomeno sono in continua evoluzione. Non esiste un manuale definitivo: stiamo imparando costantemente e dobbiamo restare agili nel rispondere ai cambiamenti.
Il net zero non rappresenta la fine del percorso, né tantomeno una semplice casella da spuntare all’interno di una strategia climatica o aziendale. È, piuttosto, il prossimo passo cruciale per rendere le imprese resilienti al futuro, garantire prestazioni sostenibili e preservare il potenziale di un pianeta abitabile. La guida dell’SBTi contribuirà a raggiungere questo obiettivo, in linea con le più recenti evidenze scientifiche sul clima. Resta ancora un’enorme quantità di lavoro da svolgere per arrivare al net zero, e ancora di più per ridurre ulteriormente il riscaldamento globale entro la fine del secolo. Non dobbiamo lasciarci ingannare da orizzonti temporali che possono sembrare lontani: le decisioni e le azioni che intraprendiamo nel breve termine potrebbero accelerare drasticamente il cambiamento climatico e ridurre la finestra di opportunità a nostra disposizione.
Siamo il principale facilitatore mondiale orientato agli obiettivi, abilitato digitalmente e basato sulla scienza. E accogliamo sempre con favore consultazioni e partnership per promuovere insieme un cambiamento positivo.